Sinergie dei Sensi… comunque vada, sarà un successo!

3 Marzo 2015
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Anna Salvatore

Domenica 1 marzo si è svolta a Bari, presso il Rondò Residence, “SINERGIE DEI SENSI –  un modo nuovo di conoscere la Puglia, un modo unico di berla”, la presentazione di due nuove etichette di vino pugliese: la prima bottiglia è un Rosso Puglia IGP, blend  dei più noti vitigni Nero di troia, Primitivo e Negroamaro, la seconda  un Primitivo Puglia IGP, unione delle due espressioni territoriali di Primitivo di Manduria e di Gioia del Colle.BROCHURE

Nate da un’idea dell’Anarchico del Gusto Francesco Pezzarossa,  e dall’incontro di quattro artigiani del gusto, così come sono stati più volte definiti durante la presentazione, Antica Enotria di Cerignola (Fg), Agricola Pietraventosa di Gioia del Colle (Ba), Vinicola Savese di Sava (Ta), e Agricola Palamà di Cutrofiano, queste due bottiglie rappresentano effettivamente una svolta, soprattutto culturale, nel mondo vitivinicolo regionale. Sono indice di una Puglia che sta crescendo e cambiando, e che, finalmente, punta sulla coesione, piuttosto che sulla divisione. Non a caso sul palco, insieme al moderatore Michele Peragine Presidente dell’Agap, Associazione Giornalisti Agroalimentare Puglia,  quattro giovani in rappresentanza delle aziende coinvolte: rispettivamente Luigi di Tuccio, Marianna Annio, Massimiliano Pichierri e Michele Palamà e dove ci sono i giovani, c’è inevitabilmente aria nuova. Innovazione  nel rispetto della tradizione, unione pur  nella valorizzazione della tipicità dei singoli vitigni e del territorio che rappresentano, questo è sinergia. E tutto questo lo ritroviamo nel bicchiere, come ha giustamente evidenziato la brava Angela Giasi, sommelier e segretaria della delegazione AIS di Bari, che ha guidato la degustazione dei due vini.BROCHURE_1

Devo dire che sono orgogliosa di aver partecipato a questo evento, perché dal mio punto di vista, comunque vada sarà un successo, mi verrebbe da dire riprendendo una nota espressione di Chiambretti. E non può non essere così, perché le carte buone ci sono tutte: bravo l’ideatore, bravi i vignaioli, ottimo il lavoro in cantina, belle e centrate anche l’immagine in genere e le etichette (fantastica l’idea delle impronte a significare l’unicità nella complessità), e soprattutto buoni i vini, che confermano al naso tutte le aspettative, ma sorprendono in bocca per l’equilibrio che si è riuscito a raggiungere.

Unica pecca, l’esiguità del numero di bottiglie prodotte, solo 2.000 per etichetta, anche questo in coerenza con l’artigianalità dell’intera operazione, ma sarà davvero difficile garantirsi una sincera bevuta!

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